
Un battito condiviso
9 Ottobre 2025
Emozioni che ci guidano e come i cavalli ci aiutano a vederle.
23 Ottobre 2025
Spesso ci troviamo a osservare ciò che non funziona: gli errori, le difficoltà, le aspettative disattese.
E piano piano, quasi senza accorgercene, cadiamo nell’abitudine di lamentarci.
Questo atteggiamento, oltre a minare il nostro umore, ha conseguenze molto concrete: il cervello si adatta, rafforzando i circuiti dello stress, della frustrazione, della negatività.
Si abbassa la soglia della tolleranza, aumenta il cortisolo, si riduce la nostra capacità di affrontare le sfide con creatività e lucidità.
Ma la buona notizia è che il cervello può essere “rieducato”.
E uno strumento potente – e semplice – per farlo è la gratitudine.
Essere grati, anche solo interiormente, stimola il rilascio di dopamina e serotonina, neurotrasmettitori che ci aiutano a stare meglio, a ridurre lo stress e a reagire con più
equilibrio.
Cambia il nostro stato d’animo e cambia il nostro modo di affrontare le situazioni.
Nel rapporto con i cavalli, questo è ancora più evidente. Troppe volte ci concentriamo su ciò che non va: il gesto sbagliato, l’errore in gara, il comportamento che non capiamo.
Ma dimentichiamo che ogni giorno passato con un cavallo è un dono. Poter condividere il nostro tempo con un essere così profondo e sensibile è un privilegio raro.
Invece di vedere solo gli insuccessi, proviamo ad avvicinarci a loro con gratitudine.
Ringraziamoli – anche solo con il pensiero – per ciò che ci stanno insegnando, per come ci mettono alla prova, per le occasioni che ci offrono per crescere.
È un cambio di sguardo che non nega la fatica, ma la attraversa con uno spirito nuovo.
Nel mio lavoro, stimolo sempre le persone a riflettere su questi aspetti.
Invito chi mi circonda a fermarsi un attimo, ad osservare con più consapevolezza e cuore aperto.
E accade qualcosa di straordinario: magicamente, tante situazioni iniziano ad aggiustarsi da sole, semplicemente perché le persone cambiano atteggiamento.
Non è stregoneria, è connessione.
Con sé stessi, con il cavallo, con la vita.
La gratitudine non è passività.
È il contrario: è la base da cui nasce un’azione più centrata, più gentile e più efficace.
È la scelta di riconoscere ciò che già c’è, invece di focalizzarsi su ciò che manca.
Un piccolo esercizio? Alla fine della giornata, scrivete due o tre cose per cui vi sentite grati.
Un gesto del vostro cavallo, uno sguardo, un progresso piccolo ma sentito.
E prima di dormire, chiudete gli occhi e ringraziate mentalmente il vostro cavallo, e voi stessi, per questa occasione così speciale che state vivendo.





